IL METAVERSO

Nel video di presentazione di Meta, Mark Zuckerberg ha svelato l’evoluzione dei social network, con la nascita di un ecosistema ibrido, tra il realmente fisico e il digitale dove la moda e l’estetica hanno un ruolo fondamentale nella rappresentazione dell’identità personale. In realtà, si tratta di un'idea già nell'aria dal 1992, quando l'autore Neal Stephenson suggerì per la prima volta il termine metaverso, dove si è rappresentati attraverso il proprio avatar.

Dopo il mondo del fashion, anche il beauty ha fatto finalmente il suo ingresso all’interno del metaverso. D’altronde, è una normale evoluzione di un trend iniziato durante la pandemia: quando i beauty store sono stati costretti a rimanere chiusi, i brand hanno dovuto accelerare la loro transizione nel virtuale in modo da mantenere più possibile i loro consumer e, al contempo, di fidelizzarne di nuovi.

Di conseguenza, già durante il lockdown sono state progettate app in grado di offrire test di trucco virtuale basati sulla realtà aumentata, e che ad esempio danno l’opportunità di provare diverse tonalità di fondotinta, di rossetti e smalti prima di poter procedere direttamente all’acquisto online.

Sorprendente è anche la predisposizione dell'esperienza di try-on beauty nello scenario digitale, dove tramite intelligenza artificiale e filtri è possibile vedere l'effetto del trucco direttamente sul viso, in una convivenza tra reale e digitale. È proprio in questi reparti bellezza che le amanti del beauty vorrebbero essere catapultate alla velocità della luce, per poter capire come l'experience sensoriale della bellezza potrà essere tangibile anche virtualmente, seguendo il filone del metaverso.

Pensando di provare un rossetto via led immaginandone la texture sulla pelle, o la performance sensoriale di una crema senza poterne provare la tattilità con le mani, o ancora immaginare come potreste vestire la nota di rosa con il vetiver nel profumo descritto nel metaverso.

Sono numerosi i brand beauty che lo stanno già sperimentando attraverso i servizi di try-on virtuali, nati durante il primo lockdown, facendo un passo verso il nuovo mondo virtuale che sta per configurarsi come potentissima opportunità per l’industria del fashion e del beauty. Non molto tempo fa Gucci ci faceva provare i rossetti su Snapchat, Chanel ha debuttato con Lipscanner, l'app che permette di indossare virtualmente i make-up partendo dal dettaglio del viso di qualcuno visto su Instagram o di una modella sulla pagina di una rivista, per poi individuare la tonalità della maison che più gli si avvicina.

MORPHODIAGNOSIS™

Ozmee è il primo brand di mascara personalizzati e in più consiste proprio nell’innovazione tecnologica della user experience.

Una web app esclusiva basata tecnologie di analisi facciale 3D brevettate abbinato ad un algoritmo d’intelligenza artificiale chiamata MORPHODIAGNOSIS™ che grazie ad una diagnosi in tempo reale porta al «Perfect Match»: il mascara perfetto per TE.

Questo software proprietario è in grado di eseguire il tracciamento facciale in tempo reale, identificando ed analizzando con precisione le caratteristiche del viso e della pelle. L’esclusivo algoritmo di intelligenza artificiale, impostato su specifici parametri quantitativi, elabora la correlazione con il morfotipo e suggerisce il migliore mascara per ogni profilo.

Il rischio tangibile di questo fenomeno del metaverso nel mondo del beauty potrebbe essere quello di un’esasperazione della beautification. Il metaverso è interattivo, dinamico, si nutre del feedback ricevuto dagli altri suoi abitanti, è uno spazio in cui si cerca accettazione, s’inseguono tentativi di integrazione.

Secondo il filosofo Schopenhauer, il mondo è una “realtà illusoria”, fluida, effetto di singole e parziali immaginazioni: un metaverso ante litteram. Oggi, nel suo equivalente digitale, questa rappresentazione diventa più malleabile… come uno specchio dei desideri!

Scritto da Alessia Palmiero